Nel ciclo produttivo dell’industria conciaria una delle fasi più importanti è rappresentata dalla cosiddetta “spaccatura” delle pelli. Durante questa lavorazione il pellame viene diviso (in gergo “spaccato”) in due o più strati, quello superiore detto “fiore”, destinato alla produzione di prodotti di qualità, e quello inferiore detto “crosta”, di minor qualità. Questa particolare lavorazione è affidata a delle macchine dette “spaccatrici” o “spaccapelle” che, mediante un’apposita lama molto affilata, dividono il pellame negli strati descritti.
Nelle spaccatrici di nuova generazione – come ci spiegano in Ge.Ma.Ta., azienda leader nella produzione di macchinari per le industrie della concia – la ricerca per rendere la lavorazione sempre più sicura per gli addetti che vi operano e raggiungere una sempre maggiore precisione di taglio sono due dei punti fondamentali dell’innovazione tecnologica.
L’introduzione nei nuovi macchinari di un alimentatore permette l’inserimento automatico delle pelli direttamente dal pallet di trasporto, senza così bisogno di un operatore specializzato che svolga questa mansione, allontanando di fatto i lavoratori dalla zona di lavoro della lama, aspetto che incide e non poco sul fattore sicurezza.
Le operazioni di manutenzione e pulizia del macchinario inoltre si velocizzano sempre di più grazie alla grande apertura dell’area di lavoro, aumentando la produttività e abbattendo i rischi correlati. Gli operatori, dopo aver aperto la macchina, possono compiere il cambio della lama senza bisogno di smontare nessun componente, in soli 15 minuti. La posizione di lavoro stabile della lama permette di svolgere l’operazione di sostituzione, oltre alla pulizia ordinaria, in maniera del tutto sicura, mantenendo anche costante l’angolo di affilatura della lama stessa, con relativo incremento nella precisione della spaccatura.
Un ruolo fondamentale in fatto di precisione lo giocano le mole abrasive montate all’interno della macchina, che contribuiscono ad allungare la vita della lama conservandone intatta l’efficienza di taglio. “Si tratta di mole fabbricate con abrasivo ossido d’alluminio marrone a forma cubica e legante resinoide – ci spiega Marco Zanelletti, Product & Sale Manager presso Saint Gobain Abrasivi – Quest’ultimo è in grado di garantire contemporaneamente elevata resistenza all’azione degli agenti chimici utilizzati durante questa fase della lavorazione delle pelli e una costante esposizione di nuovi grani abrasivi affilati, così da assicurare un’asportazione omogenea ed efficace durante il processo di affilatura delle lame.”
Ossido d’alluminio marrone per la presenza di una piccola percentuale di ossido di titanio che dona la caratteristica colorazione al materiale abrasivo, contribuendo, insieme alla forma cubica dei cristalli di ossido di alluminio (in realtà triossido di alluminio), ad aumentare l’efficienza del materiale. Queste mole permettono quindi il mantenimento di un’ottima proprietà tagliente della lama, aspetto che si riscontra poi nella qualità del prodotto finito.
MECSPE 2017