Se non conosci il mondo del taglio al laser, preparati davvero a scoprire scenari da fantascienza. Perchè la sensazione che si prova esplorando gli infiniti potenziali di questa tecnologia per il trattamento della lamiera è ben al di là dei limiti dell’immaginabile. E sì che a dirla tutta si tratta di una lavorazione affermata, già da almeno una ventina d’anni presente nel panorama della meccanica strumentale per il taglio. Ma in realtà solo le scoperte di ultima generazione, unite ai potenziali d’applicazione cui ha spalancato le porte il progresso dell’informatica di settore, a lasciare davvero a bocca aperta. Per scoprire tutti gli aspetti più innovativi del taglio al laser di ultima generazione abbiamo fatto due chiacchiere con Pierandrea Bello, project manager del Gruppo Salvagnini, un’azienda con sede principale a Sarego (Vicenza) ma che firma software e macchinari per la lavorazione della lamiera diffusi in 75 paesi in tutto il mondo: sono Salvagnini gli strumenti con cui viene prodotta la componentistica di ascensori e scale mobili negli aeroporti, e pure a bordo di una Maserati potreste trovare pezzi in qualche modo “firmati” Salvagnini.
“Oggi le possibilità di crescita della tecnologia di taglio al laser sono potenzialmente ancora molto alte – ci spiega -, lungo la strada che porta al miglioramento dei processi attraverso fibra ottica. Il laser fino a qui infatti ha conosciuto due ere: quella delle sorgenti a CO2, che rappresentano ormai il passato, e l’era moderna, in cui si è passati appunto allo sviluppo della fibra ottica”.
Più che un passaggio, suona come una sorta di vera e propria rivoluzione nel settore della meccanica strumentale per il taglio. Perchè?
“Be’, prima di tutto è un discorso concettuale. Nelle sorgenti a CO2 il fascio laser veniva generato dall’eccitazione di un mix di gas , mentre nelle sorgenti a fibra, il fascio si genera dall’eccitazione di un mezzo in stato solido. E poi è un discorso di qualità e di efficienza: nello spessore di un capello possiamo trasmettere un fascio ad alta brillanza, la cui qualità permette di tagliare a velocità doppia rispetto alla sorgente a CO2 e lo rende particolarmente vantaggioso nel taglio di materiali medio-sottili e nel taglio da meccanica di precisione. L’assenza di percorso ottico, grazie alla trasmissione su fibra, rende il fascio laser in stato solido più stabile. Infine l’efficienza: che nelle sorgenti a CO2 va dal 6-10% dei casi migliori, sale oltre al 25% per un sistema in fibra”
Quali saranno gli scenari futuri della tecnologia a fibra ottica secondo lei?
“Ora andremo certamente incontro allo stesso processo di evoluzione registrato quando fu introdotto il laser a CO2, e quindi con un progressivo aumento della potenza e l’affinamento della sua applicazione. Ed è qui che si aprono molte possibilità. Noi della Salvagnini fummo tra i primi a utilizzare la fibra, applicata inizialmente ai processi di saldatura, anche nel taglio: adesso il settore è in movimento per sfruttare sempre di più il potenziale di questa tecnologia”
Che cosa chiede adesso il mercato internazionale e quali sono le risposte da dare?
“Sicuramente chiede una sempre maggiore automazione dei processi. Oggi con la lamiera fai davvero di tutto, con le nostre macchine laser utilizzate nell’industria elettrica, nell’elettronica, nel trattamento aria, e chi più ne ha più ne metta. Con i nostri laser oggi si fanno cucine industriali, componenti di armadi, addirittura possiamo tagliare materiali alto-riflettenti come rame e alluminio puro, o pezzi minuscoli come i processori informatici. O la lamiera zincata, che si usa tantissimo nei settori più svariati per la sua resistenza alla corrosione. La cosa importante, come dicevo, adesso è rendere i processi sempre più controllati e precisi, attraverso funzionalità e software che dal processo di taglio spaziano fino all’automazione del processo, ovvero sistemi che gestiscono carico e scarico delle lastre di lamiera, che separano senza danni i pezzi incisi con il laser dal resto dello scheletro della lastra. Avere sistemi più efficaci e più efficienti grazie all’informatica vuol dire ridurre i tempi di produzione e quindi i costi, in modo anche sensibile”
In che modo cerca di distinguersi la Salvagnini in un settore con tante potenzialità?
“La parola chiave in questa direzione è efficienza: i processi produttivi devono tradursi in un vantaggio tangibile per i nostri clienti. Lo sviluppo di un’automazione sempre migliore ha aumentato fino a oggi la resa delle macchine da taglio laser. A questo siamo in grado di aggiungere la massima integrazione tra il taglio laser e il resto dei processi produttivi, creando software specifici per adattare il lavoro delle macchine alle particolarità del singolo prodotto. Questo è un approccio che naturalmente si traduce in ulteriore efficienza sul prodotto finito, e che Salvagnini porta avanti non solo nel taglio al laser, ma anche negli altri settori dell’azienda. Dalla piegatura alla logistica, diventare con il nostro centro di supporto una sorta di “partner” del cliente nella realizzazione del prodotto finito, vuol dire lavorare meglio e ridurre i costi. E penso anche ai lavori a pezzo singolo: l’efficienza oggi è una garanzia perfino nei processi che richiedono il massimo della flessibilità”.
MECSPE 2017